Leadership - L'identikit del leader - la bocca

LA BOCCA: leader o capo?

Le parole sono strumenti potentissimi: possono creare catastrofi come far nascere nuove idee, possono ferire e possono guarire, possono aiutarti a vincere oppure trascinarti nel fallimento. Ciò che più distingue un vero leader da un capo sta proprio nel modo in cui utilizza le parole.

Comunicare per motivare

C’è una bella differenza tra dire “Fallo” e dire “Facciamolo!”; e anche tra “E’ un buon lavoro, ma si potrebbe fare meglio” e “Ottimo lavoro! Sei sulla strada giusta!”. Anche se lo scopo è lo stesso, si percepiscono immediatamente le diverse sensazioni trasmesse in base al modo di esprimersi.

Questi sono solo alcuni semplici e banali esempi per dimostrarti quanto la comunicazione sia determinante per creare un gruppo motivato: andremo quindi a vedere quali sono gli ingredienti chiave per comunicare come un vero leader. 

Può mancarti tutto, ma non l’entusiasmo: è la benzina che mette in moto il gruppo, ciò che alimenta lo spirito e spinge le persone a sposare una meta e a crederci veramente…e soprattutto, è contagioso! Il leader è capace di auto-motivarsi e di trasmettere la sua energia a tutta la sua squadra, facendo sì che le persone lavorino con orgoglio e sentendosi parte di un team.

Un capo serioso, stanco e annoiato, non riuscirà mai a dare la carica agli altri e probabilmente, nel tempo, creerà un ambiente grigio di collaboratori-robot che eseguono le mansioni in modo meccanico e senza alcun tipo di ambizione.

Sii interessato, non interessante!

Altro fattore fondamentale nella comunicazione di un leader è l’interesse (quello vero!) verso gli altri: il desiderio di conoscere meglio la storia, le passioni e i progetti dei propri collaboratori è ciò che permette al leader di instaurare con loro veri rapporti di fiducia e stima, facendoli sentire importanti ed apprezzati. 

In molti casi invece, il capo non si cura di creare un dialogo con la sua squadra, preoccupandosi più di essere interessante che interessato: tenderà a voler raccontare sempre la propria esperienza, i propri successi e la propria opinione piuttosto che ascoltare quella degli altri.

Lavora sugli aspetti... POSITIVI!

Il terzo ingrediente indispensabile è la positività: un leader, quando comunica con un collaboratore, si concentra sempre prima sugli aspetti positivi, lo gratifica e poi, in caso, affronta insieme a lui le criticità trovando una possibile soluzione. 

Un capo invece tende a fare esattamente l’opposto, concentrandosi sui difetti del lavoro svolto e senza sprecarsi troppo a complimentarsi con il proprio collaboratore, anche se il lavoro è effettivamente buono. Così facendo, andrà a minare l’autostima e la motivazione dei suoi dipendenti e ad accentuare ancor di più le loro carenze.  

Ciò che risulta chiaro è che, mentre il capo pretende che gli venga data autorità senza fare nulla per sostenere il gruppo, il leader ottiene autorevolezza perché la sua squadra sceglie con orgoglio di conferirgliela: e tu, preferiresti avere un team che lavora con te per forza, o un team che vuole per forza lavorare con te? (E se noti, anche in quest’ultima frase è l’ordine delle parole a fare tutta la differenza!)

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